Myanmar: i luoghi da non perdere

 

Yangon:

L’ex capitale del Myanmar è una città grande, caotica e rumorosa, soprattutto il centro dove gli automobilisti hanno assoluta precedenza sugli altri veicoli e sui pedoni e non risparmiano certo l’uso del clacson. Le zone residenziali più ricche che si trovano alla periferia sono più tranquille; ci sono grandi aree verdi con parchi e laghi. A Yangon non si può perdere una lunga visita alla meravigliosa e luccicante Shwedagon Pagoda, il tempio più bello e più famoso di tutto il Myanmar. Lo stupa centrale sormontato da una grande cupola dorata arriva ad una altezza di 98 mt. Secondo la leggenda la Pagoda ha circa 2.500 anni ma più probabilmente fu costruita 1.000 o al massimo 1.500 anni fa. Nel tempio ci sono numerose costruzioni che circondano lo stupa centrale; l’insieme di costruzioni decorate e dipinte è di grande effetto come l’atmosfera che regna all’interno di questa e tante altre Pagode.

Kyaiktiyo pagoda (Golden rock):

La Golden Rock è uno dei luoghi più sacri del Myanmar. Ogni anno nella stagione secca migliaia di pellegrini si arrampicano in cima per fare offerte e ingraziarsi Buddha e gli spiriti (nat), retaggio della passata religione animista. È un luogo magico dove si respira un’atmosfera mistica soprattutto al tramonto e all’alba. Immaginate in cima ad una montagna un grande masso dorato sulla cui cima è stato costruito un piccolo stupa alto circa 7 m. La leggenda dice che il masso si tiene in equilibro grazie ad un capello del Buddha. Il masso dorato, in bilico con la pagoda è di grande effetto, ma le sensazioni più forti si hanno aggirandosi per il tempio tra i numerosi pellegrini che offrono agli spiriti e al Buddha ricchi piatti di frutta, riso e composizioni floreali. La notte si trascorre in una veglia di canti, preghiere illuminati da numerose candele.

Mandalay e le antiche Capitali: Amapura, Inwa, Sagain

Mandalay si trova circa 700 km a nord di Yangon. Dalla fine del 1.800, per volere di Re Mindon Min, fu capitale della nazione prima del periodo coloniale inglese. La città si estende su una grande superficie e ancora oggi è ritenuta la capitale culturale del paese. Nel centro della città sorge una collina (Mandalay Hill) che dall’alto dei suoi 236 m di altezza offre un bel panorama sulla città, sul forte e sulla pianura circostante. La collina è considerata sacra; è possibile accedere salendo a piedi nudi per un percorso fatto di gradini, terrazze e templi; la passeggiata non è troppo faticosa e merita per ammirare il tramonto. È possibile in alternativa farsi portare con un taxi fino ad un certo punto e salire sulla cima con un moderno ascensore. Molto interessante è la visita al Shwenandaw Kyaung, uno dei pochi monasteri in legno rimasti oggi e che mostra l’abilità degli artigiani dell’epoca nel lavorare e intagliare il legno. Ogni sera al Garden Villa Theatre che si trova di fronte al Sedona Hotel viene presentato, purtroppo solo ai turisti, un bellissimo spettacolo di marionette in cui vengono rappresentate tipiche danze, musiche, fiabe e vecchie leggende del paese. Le marionette hanno antiche tradizioni tramandate nei secoli; fino a non molti anni fa le rappresentazioni di spettacoli con marionette erano molto comuni e vi partecipavano con grande entusiasmo grandi e piccini.

Inwa e Amarapura:

Si trovano a breve distanza da Mandalay e un tempo sono state capitali del regno. Ancora oggi si possono visitare alcuni begli edifici e templi e un curioso ponte pedonale lungo più di un chilometro costruito interamente in tek che attraversa le acque del lago Taungthaman, U Bein's Bridge.

Sagaing:

Dopo Bagan, la capitale del regno si spostò qui. Sulla collina di Sagaing che si affaccia sul fiume Ayeyarwady furono costruiti molti templi; ancora oggi è un centro religioso importante che ospita numerosi monasteri.

Mingun:

Nel 1790 Re Bodawpaya fece iniziare i lavori per realizzare un grande progetto che consisteva nella costruzione della pagoda più grande in tutto il mondo. 30 anni dopo a causa della morte del Re i lavori si arrestarono ed oggi rimane solo la base di questo imponente edificio mai costruito. Mingun è un tranquillo villaggio che sorge sulla riva del fiume Ayeyarwady, per arrivarci è necessario prendere un battello a Mandalay e il tragitto lungo il fiume è piacevole. Alcune pagode costruite successivamente sono meta di visitatori insieme alla Campana di Mingun che Re Bodawapaya fece costruire per la sua; la campana in bronzo pesa all’incirca 90 tonnellate.

Il sito archeologico di Bagan:

Immaginate un’ansa di grande fiume, l’Ayeyarwady, che scorre in una zona fertile e pianeggiante; una superfice archeologica di circa 40 km² disseminata di templi e pagode, circa 2.000, costruite tra l’XI e il XIII secolo. Salendo in cima ai monumenti apparirà ai vostri occhi un panorama spettacolare con migliaia di stupa che vi circondano e il grande fiume che scorre lentamente. Difficile descrivere e commentare i numerosi templi costruiti secondo stili differenti nei vari periodi in cui Bagan era il fulcro culturale e religioso più importante dell’intera regione. Durante il Regno di Bagan, durato all’incirca 2 secoli, lo stile architettonico adottato per la costruzione degli edifici si è evoluto velocemente seguendo varie influenze che hanno contribuito a migliorare ed elaborare le forme, dare più luce agli spazi interni e utilizzare materiali provenienti anche dall’India. In quel periodo furono costruiti anche numerosi monasteri ed edifici in legno con elaborate decorazioni che purtroppo nel tempo sono andati completamente distrutti; gli edifici in pietra e mattoni fortunatamente si sono conservati fino ad oggi, alcuni sotto la protezione dell’UNESCO sono oggetto di lavori di ristrutturazione e di conservazione. Le ore più belle da trascorrere a Bagan sono all’alba e al tramonto, quando i colori del cielo assumono tonalità tenui; una leggera nebbiolina a volte si alza alla mattina presto donando ai paesaggi un tocco magico. Sono diversi i templi dalla cui cima si può ammirare un bel tramonto, il più famoso forse è il Shwesandaw Paya che a volte è troppo affollato, meglio cercarne uno più isolato e tranquillo. L’alternativa è quella di salire su una mongolfiera che con un volo di circa 2 ore vi consentirà di vedere Bagan da una prospettiva affascinante.

I dintorni di Bagan e Mount Popa:

A circa 1 ora di strada da Bagan, nella zona delle colline, si erge un picco che una volta era un vulcano attivo di 1.520 m s.l.m.; sulla cima è stato costruito un tempio, dimora dei 37 Nat (spiriti) più potenti della religione animista del Myanmar; ancora oggi questo è un tempio molto venerato e i Nat influenzano la vita quotidiana di ogni Birmano. Occorre ingraziarsi gli spiriti che hanno molti poteri, ad esempio per superare un esame a scuola, coronare un sogno d’amore, aumentare la fertilità, concludere buoni affari, curare malattie. Per accedere al tempio è necessario affrontare ben 772 gradini che portano in cima al picco da cui si gode un magnifico panorama.

Le grotte di Pindaya e il Lago Inle:

Si trovano a circa 1 ora di auto da Kalaw lungo una strada molto panoramica tra colline, montagne e campi colorati dove sorge il villaggio di Pindaya, famoso per le sue grotte in roccia calcarea. Conosciute da più di 2000 anni, sono ritenute sacre dalla popolazione del Myanmar. Entrando nella Shwe Oo Min Pagoda, la più spettacolare, si possono vedere più di 8000 statue del Buddha. Le grotte sono illuminate artificialmente e si rimane letteralmente impressionati dalla quantità di statue di tutte le dimensioni e materiali (alabastro, marmo, mattoni, teak, lacca, cemento, in alcuni casi ricoperte da lamine dorate). A poca distanza da Pindaya si trova il magnifico Lago Inle circondato da montagne e con numerosi villaggi e orti galleggianti che offrono lo spunto per piacevoli escursioni.