Etiopia: i luoghi da non perdere

 

Essenzialmente l’Etiopia può essere suddivisa in 3 aree molto differenti tra loro: paesaggi, habitat, etnie, culture e tradizioni tracciano altrettanti itinerari per scoprire questo Paese. 

Tour del Nord, la Rotta Storica”:

L’itinerario si snoda nella regione degli altopiani dove potrete visitare gli antichi monasteri che si trovano sul lago Tana che custodiscono dipinti, manoscritti e reliquie di antiche origini. A Gondar, soprannominata “Camelot d’Africa”, si trovano alcuni interessanti castelli e palazzi costruiti nel XVII secolo sotto il regno dell’Imperatore Fasiladas, mentre ad Aksum, capitale del regno di Saba nel X secolo a.c. si trovano antiche tombe e stele aksumite che vi impressioneranno. A Lalibela, capitale durante la dinastia Zagwe tra il XII e il XIII secolo, sito riconosciuto da UNESCO come Patrimonio dell’Umanità, si trovano incredibili chiese rupestri costruite scavando nella roccia, alcune di esse ancora oggi frequentate da fedeli e pellegrini che avvolti in scialli bianchi pregano ad alta voce creando una suggestiva atmosfera. Nella regione del Tigray si trovano anche qui antiche chiese rupestri scavate nelle pareti verticali della roccia, al fine di rendere molto difficile l’accesso e salvarsi in questo modo da persecuzioni; in alcuni casi si rende necessario scalare alcune pareti rocciose per accedervi. Infine il Parco Nazionale dei Monti Simien, sito World Heritage UNESCO, occupa una superficie di 180 km² a una altitudine compresa tra 1.900 e 4.430 m s.l.m. ed è caratterizzato da un clima afroalpino. La morfologia del terreno presenta diverse cime sopra i 4.000 m che dominano su pianori e profondi dirupi che scendono all’interno di valli scavate nel tempo da importanti sconvolgimenti geologici. Tutti questi elementi ne fanno uno dei luoghi assolutamente da vedere per i suoi panorami mozzafiato. Diversi percorsi di trekking di 3/4 giorni sono accessibili a tutti coloro che amano camminare in quota. La nostra organizzazione prevede guide locali, portatori, muli, pernottamenti in tenda e in rifugi. Nel Parco Simien vivono diversi esemplari di stambecchi abissini, antilopi, sciacalli, babbuini gelada, il raro lupo abissino e circa 50 specie di uccelli. La flora è quella tipica della zona afroalpina (erica, hypericum, juniperus, podacarpus, afrovivella semiensis, lobelia rynchopetalum, rosa abyssinica).

La Dancalia:

Regione estremamente arida con un clima torrido, si estende dall’altopiano etiope al Mar Rosso nel territorio di Gibuti. La caratteristica saliente è la sua particolare conformazione geologica con vulcani perennemente attivi, tra cui l’Erta Ale, geyser sulfurei, la depressione salina di Dallol e deserti di lava. Il tour in questa regione vi permetterà di vedere paesaggi incredibili e surreali come il lago di Dallol creatosi dall’esplosione di un vulcano, le cui acque hanno un colore che sfuma dal verde all’oro ed è circondato da depositi salini multicolori, coni di sale, montagne di zolfo e piccoli geyser. Gli Afar sono un’etnia nomade, forte e austera che vive in Dancalia, nonostante il territorio davvero poco ospitale, prevalentemente allevatori e mercanti di sale che estraggono e trasportano con carovane di dromedari verso la regione degli Altopiani.

La Valle dell’Omo:

Occupa una specifica area dell’Etiopia meridionale ed è abitata da una moltitudine di etnie che si distinguono per le loro tradizioni e usanze che sprigionano una forza indescrivibile nel linguaggio del corpo, impressionando da secoli tutti gli esploratori e viaggiatori che si sono avventurati in quest’area. La competizione tra le diverse etnie sul territorio e sulle risorse vitali che esso offre ha spinto queste etnie a marcare il senso di appartenenza alle singole tribù e a manifestare in vari modi il loro coraggio e la sopportazione del dolore. Così, mentre i maschi della tribù Karo dipingono abilmente i loro corpi nudi ed eseguono scarnificazioni sulla pelle, gli Hamar si distinguono per le loro elaborate e fantasiose acconciature femminili e perché per dimostrare il loro coraggio in concomitanza con la cerimonia del “Salto del Toro” si fanno frustare la schiena a sangue dai loro uomini, deturpando in tal modo la pelle con visibili e lunghe cicatrici. Le donne Mursi invece in occasione di alcune cerimonie, usano piattelli labiali in legno o terracotta del diametro fino a 15 cm. I mercati sono il punto di incontro delle diverse tribù, il luogo dove manifestare il senso di appartenenza alle diverse etnie e naturalmente l’occasione per scambiare, vendere, acquistare oggetti e socializzare. Negli ultimi anni il turismo in quest’area è fortemente cresciuto e le prime mance e oboli pattuiti con i capi tribù per permettere al turista di visitare i villaggi, o fare fotografie in cambio di qualche birr, sono ormai diventati un’abitudine consolidata per le tribù.

 
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